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  • Rayman Origins: il migliore dopo l’unico

    Tra i meriti di Rayman Origins non c’è quello di proporre nuove idee o soluzioni di gioco inedite. Tutto quello che viene proposto è già visto, già sperimentato e, soprattutto, già “approvato”. Viene difficile credere a Miche Ancel quando dice di non essere un appassionato di New Super Mario Bros. Wii, dato che proprio l’episodio tutto 2D delle avventure di Mario è stata evidente fonte di ispirazione (e siamo dalle parti dell’efuemismo) per quanto riguarda la gestione della fase multiplayer di Rayman Origins. La sensazione è talmente forte che anche la scelta di limitare la dimensione multiplayer al gioco locale*, ricalcando il più evidente dei limiti di quel Mario, pare un omaggio al titolo firmato da Miyamoto, Tezuka e tutta l’allegra compagnia. Rayman Origins è, piuttosto, un esercizio di stile, oltre che una piccola e sontuosa vendetta.

    Come tutti gli esercizi di stile, il rischio più tangibile è quello di rivelarsi sotto le forme di un delizioso scrigno vuoto. O, per dirla con le parole di Cocciantone nostro: una bella senz’anima. Non è peccato ritenere Rayman Origins fin troppo algido e incapace di quel guizzo di personalità tipico dei migliori del suo genere, almeno per la prima metà abbondante delle peregrinazioni attraverso il suo mondo. Solo dopo aver completato la prima porzione di avventura si viene ricompensati con quel qualcosa in più che in effetti mancava: si aprono nuovi livelli negli stessi mondi visitati in precedenza e questa volta le cose si fanno più serie, più precise, a tratti lievemente frustranti (ma mai più di quanto non sia sopportabile dall’esperto di giochi di piattaforme). E, tutto sommato, come evitare di ripensare ai due Super Mario Galaxy e al coscritto Super Mario 3D Land anche in questo caso? Come i suddetti, Rayman Origins dedica le sue sfide più accese e accelera il ritmo solo quando è sicuro di trovarsi di fronte a un giocatore esperto, che vuole esattamente quello.

    Nelle sue sequenze di saltelli, nuotate, Lum da raccogliere, qualche boss di dimensioni generose da far fuori e svolazzate, Rayman Origins si dimostra inizialmente un po’ annacquato e, come detto, un tantino gelido. La splendida realizzazione grafica non impedisce e anzi richiama l’attenzione su ambienti tanto belli, quanto statici, un po’ vuoti e raramente palpitanti. Discorso a parte meritano le ipnotiche e oniriche fasi sott’acqua, con la colonna sonora che se possibile si fa ancora più incalzante, deliziosa, capace di fondere effetti sonori e temi in un crescendo che non teme alcun confronto con le migliori pellicole d’animazione firmate Disney. Detto tutto questo, è impossibile non rimanere comunque stregati dallo stile del gioco Ubisoft: nemici, elementi di gioco e lo stesso Rayman sono portati su schermo con un gusto tipicamente europeo, ma senza scadere in quell’effetto “Amiga-anonimo” che troppo spesso, vent’anni e più fa, ha contraddistinto gli emuli dell’idraulico col baffo.

    Nonostante un level design di primissima fattura, c’è qualcosa che però non permette a Rayman Origins di giocarsela alla pari con il suo mentore. In più occasioni il guru Nintendo, Miyamoto naturalmente, ha ricordato come a fare il successo di Mario sia stato spesso quello che non si vede e cioé quello che l’occhio, anche e soprattutto dei suoi imitatori, non poteva cogliere. Ancel ha sempre dimostrato una certa abilità nella costruzione dei suoi giochi, detto questo rimane vero che in Origins c’è poco di invisibile e poco di sorprendente: manca del tutto l’equivalente dei blocchi invisibili di un Super Mario, degli anfratti inizialmente inaccessibili e a cui giungere dopo la scoperta/creazione di un sentiero che si credeva impossibile. Rimangono, in questo senso, le gabbie segrete (due per ogni livello) da scovare se si vogliono liberare tutti gli Electoon. Ma forse è un po’ poco.

    Che, però, Rayman Origins sia un gran gioco lo si capisce da quanto scritto finora, ovvero dal semplice fatto che il confronto con Super Mario sia stato tanto frequente quanto approfondito: vuole semplicemente dire che non solo Origins ha tutti gli elementi essenziali che rendono un gioco di piattaforme un grande gioco di piattaforme, ma che si avvicina anche pericolosamente al migliore di tutti. Situazione ormai più unica che rara, in un mercato in cui il classico gioco di piattaforme è praticamente scomparso e quindi rimasto a totale appannaggio degli studi giapponesi di Nintendo (o statunitensi, vedi alla voce Donkey Kong Country Returns).

    Rayman Origins è anche, infine, una dolce vendetta e un ritorno alle origini: il primo capitolo della non meglio precisata melanzana riuscì a riscuotere consensi e a far conoscere anche oltre oceano il marchio Ubisoft grazie alle stesse caratteristiche di Origins. Ovvero una splendida realizzazione grafica, uno stile visivo tutto suo e l’eccellente padronanza delle meccaniche di gioco. Rispetto al titolo del 1995 Rayman Origins si muove comunque in tutt’altro modo: molto più snello, veloce, sinuoso e pulito. A proposito di pulizia: non esiste personaggio meno adatto a un gioco di piattaforme quanto Rayman… con i suoi elementi disgiunti (la mancanza di braccia e gambe, presente no?) l’eroe di Ancel è un piccolo sistema di satelliti che orbitano attorno al pianeta-panza centrale. Insomma, non quanto di più immediato e istintivo per quanto riguarda il calcolo dei punti di collisioni potenziali con spinoni, colpi dei nemici e quant’altro. In più di un’occasione qualche sopracciglio viene alzato: “ma quel coso non sembrava avermi colpito” / “ma quel nemico da dove diavolo è passato per raggiungermi” e via di questo passo. La grandezza del gioco sta anche nel riuscire a scrollarsi di dosso questi pochi sguardi incarogniti, dopo qualche morte di troppo.

    La vendetta di cui sopra, per concludere, sta nella caparbietà con cui il team di Ancel a Montpellier (coadiuvato da Ubisoft Casablanca) ha orchestrato il ritorno in scena di Rayman. Quando la casa madre sembrava aver ormai identificato nei soli Raving Rabbids i suoi eroi per quel tipo di pubblico, Ancel si è fatto da parte e ha ostinatamente allestito il teatro dell’improbabile in cui far recitare questo redivivo Rayman, che non è mai stato protagonista di un gioco migliore. Neanche quando la stampa USA osannava, per motivi piuttosto difficili da comprendere, Rayman 2 The Great Escape come la cosa migliore che potesse capitare ai videogiochi. Quel secondo episodio e il terzo, disponibile da qualche giorno in versione HD su PS3, Xbox 360 e PC, rappresentano due buone avventure, minate da problemi ben più evidenti rispetto a quelli riscontrabili in Rayman Origins. Di sicuro non possono vantare la stessa coerenza stilistica.

    Giocato su PlayStation Vita, poi, Rayman Origins si dimostra semplicemente irresistibile: il ritmo è quello giusto, gli occhi continuano a inumidirsi e si può pure far finta di non aver sentito quelle maracas che segnalano la presenza dei Relic, l’unica novità introdotta in questa versione. Scaricatevelo velocemente, tenetelo sempre lì installato e godetevi la miglior melanzanata di sempre.

    * Su PlayStation Vita, per non fare torto a nessuno, è stata del tutto eliminata la modalità multiplayer. D’oh!
    _
    7 Commenti
    1. -=NickZip=- -
      Letta la recenza (ma è una recenza?) avrei due domande per sor Zave:

      - Quindi come difficoltà media siamo ai livelli di un NSMB (io ho giocato solo a quello per DS a dire il vero) o si va più su? E rispetto a Sonic Ep I?

      - Capitain Planet, Zool, Robocod, Superfrog. Quali di questi titoli (se ce ne sono) faresti rientrare nella categoria 'Amiga-anonimo'?
      • Rispondi
    1. Trolley -
      Alla prima ti rispondo io. Il gioco è sensibilmente più difficile di NSMB, compensa con checkpoint molto più frequenti. E' invece MOLTO più difficile se vuoi fare tutte le sfide a tempo e soprattutto prendere le medaglie di ogni livello (trovando quasi tutte le "monete" del livello).
      • Rispondi
    1. zave -
      Originariamente Scritto da Trolley
      Alla prima ti rispondo io. Il gioco è sensibilmente più difficile di NSMB, compensa con checkpoint molto più frequenti. E' invece MOLTO più difficile se vuoi fare tutte le sfide a tempo e soprattutto prendere le medaglie di ogni livello (trovando quasi tutte le "monete" del livello).
      No Trolley, dai, non è assolutamente più difficile di New Super Mario Bros Wii. Io ho avuto le stesse difficoltà, ma i medaglioni di NSMB Wii sono più intricati da trovare/raccogliere, rispetto alle gabbie di Rayman.
      • Rispondi
    1. zave -
      Originariamente Scritto da -=NickZip=-
      Letta la recenza (ma è una recenza?) avrei due domande per sor Zave:

      - Capitain Planet, Zool, Robocod, Superfrog. Quali di questi titoli (se ce ne sono) faresti rientrare nella categoria 'Amiga-anonimo'?
      Mah, un po' tutti? Robocod un po' meno proprio perché voglio essere dolce e coccolorso.
      • Rispondi
    1. -=NickZip=- -
      Originariamente Scritto da zave
      Mah, un po' tutti? Robocod un po' meno proprio perché voglio essere dolce e coccolorso.
      Ecco se ci mettevi anche Robocod non eravamo più amicici... Zool e Superfrog invece ne erano l'emblema secondo me..
      • Rispondi
    1. claudio73 -
      gioco fantastico.però cavolo se è difficile platinarlo.va a finire sempre che mi incazzo a morte per le troppe morti.
      • Rispondi
    1. maxlee -
      Originariamente Scritto da claudio73
      gioco fantastico.però cavolo se è difficile platinarlo.va a finire sempre che mi incazzo a morte per le troppe morti.
      L'ho giocato su Wii un passaggio senza sbattimenti dritto per dritto. Volevo recuperarlo in HD proprio per approfondire e trofei, ma se dici frustrazione da impazzire me lo levo proprio dalla mente. Nel complesso è caruccio come si dice in giro, attraversato con piacere, però lo stile grafico Cartoon Network è insopportabile. Mi fa tanto ribrezzo che metà basta
      • Rispondi
  • Messaggi forum recenti

    ho visto un paio di video di gameplay dei primi 20 minuti, mi pare che prometta davvero bene

    l'unica cosa: ancora non cala di prezzo

    atelier series e in particolare totori

    BloodRaven Oggi, 12:26:47

    Boh, non so se sia solo la crisi il problema, ci sono molte aziende in Italia in situazioni pessime già da prima che dalla crisi hanno ricevuto il colpo

    Addio a Leader.

    lefantome Ieri, 21:30:58

    Più che altro la situazione è imparabile. Arriverà il miserabile autogol che per via del sistema di sostentamento "oltre la vita" non permetterà

    Addio a Leader.

    maxlee Ieri, 21:02:39

    La storica casa italiana impegnata sul fronte distribuzione, e sviluppo attraverso Milestone, chiude i battenti.
    La crisi economica ha incrinato

    Addio a Leader.

    Mao Ieri, 20:18:30

    sto ascoltando Beyond Magnetic dei Metallica (quattro "scarti di qualità" da Death Magnetic), troppo bella Hell and Back

    I nostri ascolti

    The_Ed Ieri, 19:54:22

    nel mentre il sottoscritto è alle prese con arkham asylum. spero solo di aver la voglia di passare il palloserrimo scontro con croc quando ci arriverò.

    A cosa sto videogiocando

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