In Journey, nel suo piccolo per durata e dimensioni, si compie un viaggio simile dove ad eseguire la parte solista del violino siamo noi in un contesto prestabilito, scritto, ma allo stesso tempo con un così ampio margine di movimento da permettere la nostra personale interpretazione, da spingerci a ricreare la nostra personale melodia. L'impressione è quella di avere di fronte una delle massime interpretazioni del meccanismo d'interazione tra utente e autore, per una volta entrambi protagonisti alla pari nonostante la distanza fisica e temporale. È una sorta di tech demo che mostra cosa sia possibile ottenere unendo fasi passive (anche fortissime a livello di script) e interattività, non tanto (o solo) nei concetti base, ma soprattutto nella qualità del risultato.
Esiste anche un terzo protagonista tra gli ingredienti che danno il via alla chimica che genera amore e piacere d'esserci, riconducibile ad altra umanità nonostante la sua rappresentazione sia meramente "iconica". Un contesto del "tutti assieme" permesso dall'online dove si possono incontrare casualmente altri "solisti del violino" che "suonando" assieme a noi (partecipando al nostro viaggio e noi al loro) amplificano la melodia, rendendola ancora più forte ed efficace a livello emotivo. Il sistema d'approccio che poggia su radici ataviche, quelle della comunicazione basilare tra esseri, tra anime che non hanno bisogno di suoni razionali per generare un contatto e renderlo grandioso. Nel quotidiano si vede qualcosa di simile nell'incontro casuale tra bimbi, magari di nazioni diverse che parlano lingue diverse, ma che riescono a interagire grazie allo stesso linguaggio universale dell'essere.
Tutto splendido al punto che rischia di generare un'ombra capace di oscurare e ridefinire indirettamente, tutto ciò che fino ad oggi abbiamo considerato videogioco. "Come non l'hai mai visto", il fatto è che dopo l'esperienza dubiti che un videogioco l'abbia visto per davvero. Almeno non con un quantitativo tale di funzionalità e semplicità nel dare e ricevere; un vero e proprio concerto da soli tutti assieme. Detta semplice e con l'enfasi del momento, siamo di fronte a una figata termica che ti scalda il cuore. Lacrimoni e stima eterna.
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