In questa prima settimana di Marzo ho avuto il piacere di giocare e finire Alan Wake’s American Nightmare.
Un Incubo Americano che ha il suo inizio a due anni di distanza dalla scomparsa di Alan Wake avvenuta nei pressi di Cauldrun Lake e che narra un episodio (uno dei tanti scopriremo) della lotta iniziata dallo stesso Alan nel primo DLC del gioco originale, nel tentativo di fuggire dal ‘luogo oscuro’ in cui il nostro si era auto confinato alla fine del primo videogame dopo aver salvato sua moglie Alice.
Con questa premessa, Remedy ha avuto gioco facile nel creare un prodotto si slegato nella dimensione spazio temporale dal precedente, ma che ne continua comunque a condividere l’atmosfera surreale, il gameplay e la continuity…. Detta così sembrerebbe tutto molto simile ai due DLC precedentemente usciti, se non fosse che a differenza di quanto avviene in The Writer e The Signal , qui non si gioca in stage onirici e non si ripresentano gli stessi ‘giochi di gameplay’ da eseguire tramite la fidata torcia, ma in compenso ci si trova davanti ad un impianto di gioco decisamente più free roaming e ad altre differenze minori, come qualche arma nuova (tipo la balestra capace di seccare un nemico all’istante, senza doverlo prima ripulire per benino dall’ombra) o il fatto che ai vecchi boscaioli e ranger si aggiungono altre tipologie di posseduti (4 per la precisione ed ognuna di queste ha un approccio al combattimento diverso dalle altre) e che gli stessi nemici non ricompaiono più all’infinito come succedeva nei boschi di Bright Falls.
Sarà merito della location in cui si svolge il gioco, ovvero la calda Arizona? Non lo so, ma devo dire di aver apprezzato parecchio il cambio di ambientazione; le tinte rossicce e gli ampi spazi che caratterizzano le aree di gioco comprese tra deserto e montagne, donano una sensazione di libertà e nel contempo aggiungono quella nota di genuina cialtronaggine (tipica delle cittadine dell’Ovest) che i boschi dell’Oregon non davano.
Doveroso annotare anche la cura per ‘il contorno’ mutuata dal primo AW, ovvero le pagine di manoscritto, le trasmissioni radio e quelle video in cui ci si imbatte nel gioco che risultano sempre interessanti e talvolta capaci anche di strappare un sorriso (mi riferisco in particolar modo agli interventi radiofonici) .
Ah, fortunatamente sono state eliminate le altre forme di inutili collectables presenti nel primo AW come i cartelli o i famigerati thermos di caffè…
'Ma perché in questo gioco, AW è pettinato da pirla e vestito da boscaiolo?' - Tranquilli, alla fine c'è la spiega.
Saltando volutamente ogni approfondimento sullo sviluppo della storia (che sicuramente non piacerà a più di una persona), passo a parlare della modalità Arcade; gioco nel gioco in cui Alan deve sopravvivere per 10 minuti ad ondate sempre più consistenti di nemici sino al sopraggiungere dell’alba con un numero limitato di medicine e munizioni a disposizione. La modalità offre 5 diverse aree di cui le prime 3 (quelle a cui ho giocato sino ad ora) sono sicuramente ben realizzate ed in cui le sopraccitate armi a disposizione variano a seconda della quantità di pagine di manoscritto ritrovate nella modalità storia, quindi se si parte giocando subito un livello dell’Arcade come ho furbescamente fatto io, non si potrà accedere al fucile d’assalto, alla balestra, al sawed off shogun etc…
In conclusione, da fan del primo episodio quale sono e da videogiocatore di ‘bocca buona’, posso dire di aver parecchio gradito anche questo spin off e mi sentirei addirittura di consigliarne l’acquisto a chi fosse interessato alle storie dello scrittore creato dai Remedy; avvertendo però al contempo tutti che ci troviamo davanti ad un prodotto dall’atmosfera più trash e scanzonata rispetto al gioco del 2010… Più divertente da giocare, ma anche volutamente meno profondo ed interessante da ‘vedere’ insomma.
Se proprio siete dei pulciari comunque, potreste aspettare il deal of the week... Che un gioco del genere a 800 MP sarebbe una cosa che guarda, azzolutamente impeddibbile!
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